"La vita è fatta di sensazioni, il modo in cui le viviamo dipende da quanto siamo aperti
a percepire il mondo che ci circonda."
- Anais Nin

Ultimi articoli
23/07/2023Per farti immedesimare e comprendere l’utilità di uno stimming toys o di un antistress (praticamente sono la stessa cosa) ti faccio immaginare una situazione. Sei prontə? Immagina di dover parlare davanti a tante persone di un argomento che ti piace molto, anche se ti viene facile parlare di quell’argomento, perchè è proprio quello di cui parleresti e ti informi ogni giorno, farlo davanti ad un pubblico ti agita. Ti sembra di non ricordare il discorso, hai paura del giudizio degli altri e ti senti molto agitatə. Cosa fai quando sei agitatə? Io solitamente tendo a staccarmi le pellicine vicino alle unghie, a volte mi mordicchio le guance (se non ho nulla tra le mani). Con il tempo ho provato ad avere sempre piccoli oggetti a portata di mano e devo dire che aiutano davvero tanto. Ho provato con i palloncini antistress, con i tubicini sensoriali, con le piccole bottigliette sensoriali. Torniamo al perchè. Si tratta di un’esigenza emotiva e sensoriale, se ho un fidjet toys posso muoverlo, giocarci e questo mi rilassa, riesco a scaricare la mia agitazione ed esternare il bisogno di movimento. In altre situazioni ciò che mi ricarica è guardare il movimento del mare o la discesa dei glitter all’interno delle bottigliette sensoriali, anche quello è stimming che appaga il senso della vista. Un comportamento ripetitivo e stereotipato che placa sensazioni ed emozioni. Potremmo fare esempi per tutti i sensi: anche un suono particolare o un determinato tessuto può provocare in te una sensazione piacevole di cui non ti stancheresti mai. Gli stimming toys sono strumenti che si adattano al bisogno di un determinato stimolo da soddisfare e vanno a sostituire una stereotipia che può esser dannosa per te o per gli altri. Preferisco avere sempre un oggetto tra le mani perché altrimenti continuerei a rimuovere e mordere le pellicine dalle mie dita facendomi uscire il sangue (questa cosa è anche poco igienica); trovare una sostituzione piacevole permette ad alcune persone di smettere di fumare ed è importante anche per chi ha stereotipie gustative. Alcune persone infatti amano particolari sapori e introdurrebbero un determinato cibo nella loro bocca, mangiandolo anche senza rispettare il senso di fame e sazietà (anche questo in modo amplificato può nuocere alla salute). E’ difficile assicurarti che uno stimming toys può sicuramente sostituire una stereotipia non funzionale, perché spesso è qualcosa che richiede tempo e diversi tentativi per riuscire a trovare una sostituzione che dia delle sensazioni molto simili al bisogno di una persona. Tutto ciò è difficile su se stessi ed ancor più complesso se dobbiamo essere di supporto ad un’altra persona, di qualsiasi età. Ho voluto farti esempi in prima persona in modo tale che tu possa riconoscere quelle che sono tue esigenze ed accogliere quelle degli altri anche se lontane dalle tue. Ogni persona è diversa dall’altra e vive la realtà a modo suo. Abituiamoci sempre più a riconoscere i nostri bisogni e fare ciò che ci aiuta a star meglio anche nelle situazioni sociali e a raccontare il perchè un’azione o un movimento, li ripetiamo spesso. Ti lascio qui sotto 2 link a video in cui mostro alcuni stimming toys: stimming toys unboxing: https://youtu.be/LaXUw9Jkyrg stimming toys a meno di 10 euro: https://youtu.be/fd4IK5YEgJA Diretta Instagram in cui mostro anelli antistress: https://www.instagram.com/p/Cu1dA0ShLHa/?utm_source=ig_web_copy_link&igshid=MzRlODBiNWFlZA== Se hai qualsiasi domanda, ti leggo tra i commenti ⬇️ [...] Leggi di più...
05/05/2023Il pedagogista è un professionista esperto dei processi educativi e formativi della persona, in tutto l’arco della sua vita. Tra i vari servizi che offre, rientra la consulenza pedagogica, uno spazio di ascolto nel quale pedagogista e cliente lavorano su obiettivi specifici. E’ possibile usufruire di una consulenza singola, nel caso di un obiettivo da poter raggiungere in breve tempo, nel caso in cui ci sia necessità di orientamento, ci sia necessità di una formazione specifica, nella maggior parte dei casi invece, si creano dei percorsi in base alle necessità per cui affiancare la persona, la famiglia o il gruppo per un certo periodo di tempo. Entriamo nel merito del colloquio pedagogico di consulenza. La consulenza pedagogica genitoriale, viene svolta da pedagogisti: ha la funzione di sostenere le famiglie su varie tematiche educative, dalle più comuni alle più complesse. Ogni intervento pedagogico è personalizzato; si basa sulle esigenze specifiche che emergono dal cliente e si interviene attraverso l’osservazione dei bisogni di tutti i componenti del nucleo familiare, in funzione di un clima educativo sereno, migliorando la relazione e la comunicazione. Il pedagogista che si occupa di consulenze genitoriali, è un professionista specializzato nel supporto ai genitori ed ha la funzione di guidare ed affiancare, uno o entrambi i genitori. Il momento della consulenza è basato principalmente sulla narrazione, dalla quale Emergono i bisogni tanto delle figure genitoriali, quanto dei figli. Il pedagogista non si sostituisce ma sostiene i genitori nel complesso ruolo genitoriale, attraverso le sue competenze in ambito educativo, fornendo Strumenti concreti da mettere in pratica. Il suo compito non è quello di fornire soluzioni ma di offrire le sue competenze per progettare insieme, le strategie educative che meglio rispondono alle necessità su cui si va ad intervenire. Ci si rivolge ad un pedagogista, in quanto professionista dell’educazione per tematiche che riguardano difficoltà scolastiche (metodo di studio, disturbi dell’apprendimento), difficoltà nella gestione dei figli, difficoltà di comunicazione all’interno della famiglia (con i bambini o tra i genitori), necessità di apportare cambiamenti migliorativi nella gestione della routine quotidiana, a seguito di diagnosi o in periodi ricchi di cambiamenti che richiedono una maggiore attenzione ai bisogni dei bambini come: l’arrivo di un fratellino, la perdita di un parente, la separazione dei genitori, un cambiamento di città, la gestione delle regole. L’ esperienza della consulenza può essere arricchente e formativa anche solo per un monitoraggio nello sviluppo di bambini e ragazzi, per accogliere le necessità o le preoccupazioni di un genitore. Il pedagogista accoglie il genitore o la coppia genitoriale, dopo che è stata espressa una o più esigenze specifiche, per le quali si richiede il supporto. Questa fase è molto importante. Il pedagogista potrebbe occuparsi della persona da 0 a 99 anni, ma ogni professionista sceglie una sua specializzazione in ambiti specifici: perciò ci saranno pedagogisti che si occuperanno di fasce d’età e tematiche specifiche. Mi piace definire le consulenze come un lavoro condiviso tra pedagogista e cliente. Il soddisfacimento del percorso infatti, si raggiunge quando il cliente è motivato e desidera apportare un cambiamento e il pedagogista lo supporta nel far emergere il suo potenziale. Diversamente se il cliente non si mette in gioco, non riesce a coglierne le straordinarie opportunità. “La migliore educazione è quella che rende sempre più inutile l’educatore stesso.” (G. Kerschensteiner) Questo vuol essere l’obiettivo del pedagogista, esserci per valorizzare il cliente, renderlo consapevole delle sue risorse e lasciarlo andare. [...] Leggi di più...
03/05/2023Quanti sono ed a cosa servono i nostri sensi? La prima informazione molto importante che voglio darti, è che i Nostri Sensi sono 8. Fin da bambini ci hanno insegnato a distinguere solo i 5 sensi più immediati e visibili, ma il nostro corpo e la nostra mente son molto più complessi di quanto possa sembrare. Oltre a farci entrare in contatto con l’ambiente i nostri sensi ci permettono di relazionarci alle persone, di imparare, di muoverci e son collegati alle nostre emozioni. Il nostro apprendimento, perciò deve avvenire attraverso l’integrazione dei nostri sistemi sensoriali: l’interazione sensori-motoria, fornisce la base indispensabile per le funzioni cognitive. Attraverso ogni nostra esperienza che passa attraverso il corpo, si arricchisce la nostra intelligenza. Fin dalla tenera età impariamo ed i primi apprendimenti passano attraverso il gioco: giocando SI IMPARA AD APPRENDERE! Imparare è una funzione di tutto il sistema nervoso. Data l’importanza estrema dei sensi, essi potranno influire sullo sviluppo tanto in positivo quanto in negativo; infatti Un bambino avrà difficoltà in qualsiasi attività se i suoi sistemi sensoriali non lo aiutano. L’integrazione sensoriale, approfondita da Anna Jean Ayres, è l’organizzazione delle sensazioni, necessaria per il loro utilizzo. E’ un processo neurobiologico inconsapevole che organizza le sensazioni provenienti dal proprio corpo e dall’ambiente circostante, affinché possano essere utilizzate per muovere il proprio corpo in modo efficace e rendere possibile l’interazione rapida con l’ambiente. Essa consente, infatti, al sistema nervoso centrale di improvvisare una risposta efficace, utilizzando la totalità di informazioni ricevute dal corpo e dall’ambiente. Ritornando agli 8 sensi, essi possono essere suddivisi in 2 categorie: – esterocettori – enterocettori Gli esterocettori sono: – vista – Udito – Tatto – Olfatto – Gusto – Sistema vestibolare – Propriocezione L’ultimo invece, il senso enterocettore, è il senso viscerale. Scopriamo questi altri 3 sensi: la Propriocezione: è il senso che ci permette di sentire come il corpo si inserisce nell’ambiente, di modulare la forza con cui tocchiamo gli oggetti. Aiuta a muoverci nello spazio senza dover necessariamente guardare a terra. I segnali che il corpo invia al cervello attraverso gli stimoli, creano la mappatura del nostro corpo. 2. Il Sistema vestibolare: ci permette di muovere il nostro corpo nello spazio, con lo scopo di coordinare il movimento con l’equilibrio. Esso è talmente tanto sensibile ai cambiamenti di posizione da avere un effetto molto forte sul cervello e questo dipende anche da un leggero cambiamento di posizione o movimento. 3. L’ Input viscerale: informa il cervello dei bisogni del corpo in temini di acqua e cibo e riceve informazioni dagli organi interni e dai vasi sanguigni. ci permette di avvertire il dolore e questo è molto influente. Una soglia di dolore troppo alta può essere un alto rischio. Un’ altra differenza sostanziale risiede nel fatto che per ogni senso, si può essere: Ipo sensoriale: è necessaria una forte esposizione a uno stimolo per percepirlo (input attenuati) Iper sensoriale: troppo sensibile rispetto a quel canale sensoriale (input amplificati) Eri a Conoscenza di queste informazioni? Per approfondire ti suggerisco di ascoltare questo video, in cui faccio vari esempi https://youtu.be/-7F9xDcMo0M Ti aspetto nei commenti per leggerti. P.s. nella Sezione corsi e laboratori trovi il corso Sull'”Esplorazione Sensoriale“, una formazione intensa e corposa che cerco di riproporre ogni 2 mesi. [...] Leggi di più...
30/04/2023Le Storie Sociali sono delle brevi storie scritte, rese maggiormente concrete grazie all’utilizzo di fotografie, immagini, disegni o simboli, che accompagnano le parole scritte. La loro funzione è quella di presentare una situazione nuova o spiegare un concetto, rimuovendo i misteri dell’astrazione, cercando di fornire informazioni certe, chiare ed in modo sintetico. Grazie all’utilizzo di immagini o fotografie è più immediato visualizzare il messaggio che la storia sociale vuol comunicare. Si tratta di storie pensate sulla Base delle competenze della persona per cui sono pensate; è necessario renderle personalizzate. Le storie sociali sono utili per aiutare a comprendere la realtà sociale, conoscere in anticipo qualcosa di nuovo. Si trattata di strumenti inclusivi, creati per persone autistiche, per bambini piccoli, persone con spiccate abilità visive, persone con deficit cognitivi, persone che non comprendono bene la lingua etc. Come ogni Strumento educativo, sono flessibili Perché si adattano a Varie esigenze e si modificano nel Tempo, oltre ad essere adatte ad ogni Contesto. Possono essere usate per Annunciare una festa di compleanno, prima di andare dal Parrucchiere, per anticipare una Gita, preparare al trasferimento in una nuova casa, avvertire Riguardo una Visita medica, far sapere Quanti giorni mancano ad una Vacanza, preparare all’ arrivo di un fratellino etc. etc. Nel momento in cui le si crea bisogna tener Presente 3 punti fondamentali: avere chiaro l’obiettivo che si vuole raggiungere, prevedere possibili Domande o dubbi, Riportarvi all’interno solo informazioni certe. Per la scelta di come strutturarle Dobbiamo tener conto dei punti di forza della persona per cui la si realizza e del tipo di informazione da fornire, se si parla ad Esempio di un viaggio è importante Inserire all’interno della storia sociale quante più immagini possibile. (in questo video parlo di Viaggi ed inclusione https://youtu.be/0_YMwO_U8uw) Ogni storia sociale mira a conferire prevedibilità ad una situazione che dal punto di vista del bambino/ragazzo è confusa, minacciosa o difficile da decifrare; questo influisce positivamente sul comportamento e sulla capacità di godersi in maniera più serena le situazioni sociali. Per approfondire ecco un video in cui parlo di storie sociali https://youtu.be/ffgWi3q3ctQ , se hai domande chiedi pure!! [...] Leggi di più...
21/04/2023“La prima premessa per lo sviluppo del bambino è la concentrazione. Il bambino che si concentra è immensamente felice”. M. Montessori L’educazione è una componente che coinvolge la persona in tutto l’arco della sua vita, in ogni momento ed in qualunque fascia d’età ognuno di noi sperimenta ed apprende in base a ciò che vive, ed in base alle esperienze cambiamo e ci evolviamo. Partiamo da un concetto importantissimo, IL BAMBINO, fin da quando nasce E’ UNA PERSONA, proprio per questo motivo l’educazione inizia quando inizia la vita, non al momento della nascita, ma ancor prima, dal momento in cui il bambino inizia a formarsi nel grembo materno ❤️ Proprio così, ogni neonato viene al mondo con dei ricordi, avendo già vissuto le primissime esperienze sensoriali, avendo stretto un legame con sua madre. Possiamo trarre spunto dalle preziose indicazioni di Maria Montessori per educare seguendo dei principi molto semplici ma di grande valore. Sin da quando nascono i bambini sono come delle spugne che apprendono dall’ambiente e dalle figure di riferimento. L’ambiente sia inteso come spazio relazionale caratterizzato dal clima familiare, che come struttura. Esso deve esser caratterizzato da ORDINE. In un ambiente ordinato ogni cosa è al suo posto, lo spazio sarà sempre familiare e fornirà una certa sicurezza. Disponendo quanti più oggetti possibili a vista, anche quando il bambino inizierà ad essere autonomo, potrà muoversi liberamente, sapere dove prendere ciò che gli serve e dove riporlo. Un altro aspetto fondamentale nella relazione con l’altro è il RISPETTO. Rispetto delle emozioni, rispetto dei tempi, cura nelle parole da usare, rispetto dei propri interessi. Ci tengo a soffermarmi a lungo sul principio della LIBERTA’ che alcune volte può essere frainteso. E’ importante che il bambino sia lasciato libero di esplorare in un ambiente ben preparato, sia libero di fare delle scelte ma ciò non vuol dire che non abbia bisogno di una guida. L’adulto sarà sempre un punto di riferimento per il bambino, attraverso il suo esempio, nella gestione delle emozioni, nella cura della sua persona. Facciamo un esempio per capirci, se il bambino desidera scegliere cosa indossare, è corretto permettergli di farlo, ma dobbiamo adattare la situazione all’età ed alle sue competenze, se vorrà uscire di casa con il costume a dicembre, potrebbe essere un bel problema, ma se il genitore gli propone una scelta tra 2 massimo 3 opzioni, il bambino si sentirà sì autonomo ma seguito, potrà scegliere cosa indossare quel giorno, ma sopratutto abiti del giusto peso. Infatti, un altro principio da tener presente sono i LIMITI. Ma come i limiti? I bambini odiano le regole! Io non credo che sia realmente così, ora ti spiego il punto di vista da cui osservare questa situazione. La verità è che i bambini hanno bisogno di testare i limiti che gli danno una sensazione di sicurezza. Spesso tendono a superarli se siamo noi a dargliene la possibilità, ad esempio se non siamo molto coerenti. Esempio: se la mia bambina sa che la merenda si fa sul tavolo, ma una volta le permetto di farla sul letto, un’altra volta sul tappeto, un’altra volta ancora sul divano… la regola si annulla, è come se non ci fosse. Le regole per i bambini sono una dimostrazione di attenzione! L’adulto che educa ha il compito di PREPARARE L’AMBIENTE per il bambino, ciò significa rimuovere dagli spazi materiali pericolosi o delicati, sistemare gli oggetti alla sua altezza in modo che possa organizzarsi. Quante volte ti è capitato di comprare un giocattolo a tuo figlio e scoprire che preferiva giocare con la carta del pacco, con il nastro o giocare con le tue chiavi? Questo perché i bambini sono curiosi, desiderosi di apprendere ed imitare gli adulti. I passatemi più significativi che favoriscono l’autonomia possono essere proprio attività di vita quotidiana: asciugare i piatti, caricare la lavatrice, passare la scopa, lavarsi i denti, cucinare (non importa se si sporca di più e ci vuole più tempo, si trascorre del tempo di qualità, insieme). Da 0 a 6 anni i bambini vivono i PERIODI SENSITIVI, ovvero tappe di sviluppo in cui apprendono con estrema facilità. Cosa fare quindi? Approfittare di queste tappe meravigliose e osservare gli interessi dei bambini. Un’ attenta osservazione permette di far loro proposte per imparare cose nuove senza sforzi. I bambini AMANO FARE DA SOLI, trasportare la tazzina del caffè, spostare un tappeto, mettersi un cappello sono attività che richiedono del tempo ma che gratificano incredibilmente i bambini. Favorire la loro autonomia ti permetterà di far si che crescano consapevoli delle proprie capacità e con una FORTE AUTOSTIMA ❤️ Se hai qualche domanda, ti leggo volentieri nei commenti 💌 [...] Leggi di più...
17/04/2023Quante volte ti sei impegnatə a pensare all’attività da proporre ad un bambine e di tutta risposta lui/lei si è messe a giocare con un nastro, oppure ha preferito disegnare o ancora correre lungo il corridoio? Come ti sei sentitə? Ci tenevi tanto a proporgli quei mattoncini colorati, ma non li ha neanche guardati. Se invece non hai mai avuto esperienza con bambini o ragazzi autistici, sei comunque nel posto giusto, a dirti la verità questi suggerimenti sono adatti a ogni persona. In alcune situazioni desideriamo fortemente avere una risposta pronta, ci piacerebbe sapere esattamente cosa fare per ottenere un certo risultato, vero? Come quando leggiamo una ricetta, prepariamo gli ingredienti, prendiamo tutto l’occorrente ed iniziamo a preparare. Immagina di preparare una torta che ti faceva sempre tua madre da bambino, riesci quasi a sentirne l’odore e ora sei tu a rifarla.E invece, pur avendoci messo tanto impegno, trovi le differenze nell’odore, nell’aspetto… e quando assaggi la torta preparata da te pensi… NON E’ UGUALE. E lo so che ti dispiace, ma certo che non è uguale, le attribuisci un valore diverso, non è fatta da tua mamma, tu non sei più bambinə e l’hai fatta a modo tuo, è la tua torta! Ma perchè siamo arrivati a parlare di torte? Toriniamo a noi… quello che vorrei fornirti, sono alcuni suggerimenti per riuscire ad instaurare una relazione con un bambino o con una bambina autisticə. Alcune strategie mi son venute spontanee. Chiaramente non ho la pretesa che siano sicuramente valide ma spero che ti possano aiutare. Sono sempre stata timida, sia da bambina che da adulta, per quanto io cerchi di lavorarci su questo aspetto, è una mia caratteristica. Pongo l’attenzione su questo perché io ho sempre avuto i miei tempi per ambientarmi in un posto, per decidere se avvicinarmi o no ad una persona, anche quando apparentemente ero silenziosa e ferma, osservavo.Questa ragione mi ha sempre portata ad approcciarmi ai bambini, in punta di piedi. Essere bruschi e diretti può risultare invadente per un bambino, specialmente se non conosce chi ha di fronte. Arrivamo alle caratteristiche di alcuni bambini autistici. I bambini possono avere una grande difficoltà ad imitare quello che fanno gli altri, se prima non imparano a farlo, ma rimangono stupiti ed increduli nel vedere qualcuno che imita ciò che fanno loro. Se un bambino sembra non interessato a te ma incuriosito da una foglia, puoi sederti accanto a lui/lei in silenzio ed osservarla anche tu… pian piano passare a toccarla o commentare ciò che vedi, senza fare domande, con un tono basso. Intanto potrai notare se si allontana o se continua ad osservare, cosa accade quando ti avvicini, quando gli parli… se passa ad un’altra attività potrai fare lo stesso, ma con molta calma… pian piano potrebbe mostrare di essere diveritə o guardare ciò che fai. Lo stesso vale se si sdraia a terra, imitalə e cerca di capire cosa osserva, intanto capirai i suoi interessi. Un altro suggerimento potrebbe esser quello di proporgli qualcosa di suo interesse. Se ad esempio gli piacciono gli animali potresti metterti a giocare con degli animali, disegnarli e mostrarglieli, fargli sentire i versi degli animali e imitarli, oppure cercare o costruirgli un puzzle a tema. Piccolo appunto, non cercare necessariamente lo sguardo e non fissarlo potrebbe essere controproducente! Lo sguardo può risultare invadente. (per avere altri suggerimenti riguardo le attività ti consiglio di guardare questo video https://youtu.be/GDzLfp9KSMs) Fai attenzione a cosa indossi, se hai colori accesi o fantasie, righe che potrebbero infastidirlo da un punto di vista visivo. Sicuramente non conosce il tuo odore, dovrà abituarsi pian piano e se hai un profumo forte oppure si sente il detersivo con cui hai lavato gli indumenti, anche quello potrebbe allontanarlo. evita di toccarlo se non è lui a ricercare il contatto fisico. Proponigli un gioco sonoro solo se sei certə che gli piaccia, perchè ad alcuni bambini i rumori forti non piacciono, potrebbe fartelo capire tappandosi le orecchie. Per instaurare una relazione ci vuole innanzitutto tempo, devi avere pazienza. La fiducia si acquisisce Gradatamente, Quindi sarà necessario osservarvi a vicenda. Ho iniziato facendoti l’esempio della torta perchè con i bambini non possiamo avere ricette e neanche bacchette magiche che vengono in nostro aiuto, è importante tener conto e rispettare l’unicità della persona, le sue esigenze e farci tante domande sul Nostro modo di relazionarci, che con alcuni bambini può andar bene, con altri potrebbe non andar bene. Formati ed informati sull’autismo, ma ricorda che davanti a te hai prima di Tutto un bambino, unico ed irripetibile! Per approfondire, ti suggerisco di guardare questo video https://youtu.be/bD8p_L91ONA Se hai domande, ti leggo nei commenti! [...] Leggi di più...
08/04/2023I giorni di festa son sempre ricchi di tante emozioni per grandi e piccoli. Si ha più tempo e modo di ascoltarsi, cambiano le routine e si trascorre più tempo in famiglia. Dovrebbe essere una cosa molto bella, no? Sicuramente smuove tanti pensieri e riflessioni oltre alle emozioni, in particolar modo per i figli di genitori separati. A qualunque età avere i genitori separati è come sentire le due estremità del cuore che tirano verso lati opposti. Quando i bambini sono piccoli i genitori devono accordarsi per le date, organizzarsi oppure è già tutto concordato da mesi prima, una volta con un genitore, la prossima volta con l’altro, orari e appuntamenti scritti in agenda. E se quel giorno il bambino o la bambina desidera stare con l’altro genitore? Il programma è quello e raramente si piò scendere a patti. Subentra La Nostalgia Delle Feste Trascorse Insieme… Man mano che l’età avanza si è abituati a viverla così, aumenta la consapevolezza e la possibilità di scegliere. Ma ci si abitua davvero fino in fondo? Ci son bambini che crescono prima del tempo, assimilano le preoccupazioni e son condizionati dal benessere dei genitori e questo li appesantisce, potrebbero scegliere in funzione di uno o dell’altro genitore. Alcuni non solo non possono scegliere ma assistono a discussioni continue tra i genitori, pensando di esserne la causa. Potrebbero esserci anche i figli “Nutella” (ti chiederai chi sono i figli Nutella, ebbene quelli che odiano dover scegliere perché vorrebbero accontentare entrambi i genitori e voler condividere la giornata con entrambi), qualunque sia la loro scelta sentiranno di scontentare l’altro genitore e non si godranno al 100% la giornata. Questo vortice di emozioni si traduce nei comportamenti di bambini e ragazzi, nel loro umore che puoi notare dagli atteggiamenti, ma viene difficilmente esternato. Ed influisce anche sugli stessi genitori, che cercheranno di organizzare la giornata al meglio, avranno una certa aspettativa a riguardo. Come si può esser loro di aiuto? Cosa si fa in questi casi? L’aspettativa che ti ho nominato poco fa? Ecco quella, cerca di cancellarla. So che è difficile, ci viene naturale farci un’idea di quello che vivremo, cercheremo di farci un programma… ma quando immaginiamo una situazione e non va come vorremmo, reagiamo peggio. La componente essenziale di ogni relazione è la comunicazione, che non vuol dire soltanto fare domande all’altro, ma aprirsi… condividere come ci si sente, quel che si prova, parlare dei propri interessi, dei propri sogni e domandare lo stesso all’altro. Dialogare porta a conoscersi, ci si abitua ad esternare e rafforza la relazione. E’ straordinariamente importante parlare delle emozioni ed esprimerle. Cercate di trascorrere momenti di qualità, uno stare insieme pieno e ricco di momenti che non tornano. Perché un altro aspetto fondamentale è dato dall’accogliere le emozioni dei bambini.  Non cercate di attenuarle distraendoli, le emozioni vanno esternate e rispettate, le vostre e le loro ❤️ [...] Leggi di più...
15/03/2023Ti consiglio 4 albi illustrati per la festa del papà!!! Sappiamo bene che fa piacere a tutti (o quasi) ricevere un regalo, un disegno dal proprio bambino, ma è anche vero che i momenti che restano più impressi son quelli in cui c’è del tempo vissuto insieme, quei momenti speciali che ci accompagneranno per il resto della vita, insieme all’odore e al calore degli abbracci. Alcuni papà faticano a lasciarsi trasportare dalle emozioni, ma con questi albi possiamo metterli a dura prova. Lo so che ti stai chiedendo come fare a capire qual è più appropriato, proprio per questo a breve te li descriverò meglio. Ricorrenze come queste sono un’occasione per vivere bei momenti con i nostri cari, oppure ci fanno provare una gran nostalgia, le emozioni provate possono essere le più svariate. E che tu lo debba regalare al tuo bambino o al suo papà oppure debba leggero a scuola, è bene conoscere almeno parzialmente le informazioni sui bambini. Partiamo con ordine: il primo albo illustrato che ti consiglio è “il segreto dei papà” (lo trovi qui https://amzn.to/3YHcWwc) e mette in evidenza quanto i papà possono essere diversi tra loro, tra chi è più pigro, chi ama cucinare, chi ha barba oppure baffi, chi ama giocare e chi è sempre stanco, compreso chi è poco presente o non c’è. Con questo protrei quasi affermare che andrai sul sicuro. passiamo al numero due, “Il cuore e la bottiglia”… cosa dire, se mi conosci da tempo sai quanto io possa adorare l’associazione alla bottiglia, adattabile sicuramente alla creazione di una bella bottiglia sensoriale, eppure ti dico anche per quanto meraviglioso sia, è anche un pò triste perché mette in evidenza un’assenza che pesa… quindi potrebbe essere molto indicato anche in caso di lutto o abbandono (https://amzn.to/3ZUcvzA) ti suggerisco anche “Papà isola”, un albo estremamente dolce adatto dalla gravidanza in poi, scioglierà il cuore di tutti ed è adatto anche a chi ha poca attenzione (https://amzn.to/3YLMbGR). Infine, “Chiedimi cosa mi piace“, il racconto di un pezzettino di giornata di un papà e della sua bambina, dialoghi semplici ed anche un pò ripetitivi ma che condividono momenti importanti di comunicazione, di scambio, di relazione tra un papà e la sua bambina che desidera fargli sapere cosa le piace (https://www.amazon.it/dp/8861894003/ref=cm_sw_r_as_gl_api_gl_i_VDNE1XPA1AAM2J4NX7QD?linkCode=ml1&tag=pedagogistapetulante-21) La lettura dei libri è un momento magico, che rafforza la relazione oltre ad ampliare il lessico. Un grande regalo che possiamo fare ai bambini è quello di rendere l’ascolto di una fiaba un’abitudine, a scuola, a casa, dai parenti, in viaggio, recandosi nelle librerie o biblioteche. Il segreto anche per chi sembra meno attratto dai libri è quello di scegliere un argomento di forte interesse e spaziare nelle proposte. Se non lo hai ancora fatto, scarica la guida che trovi nella sezione “materiali gratuiti” per far approcciare i bambini ai libri in maniera positiva. Per altri suggerimenti di albi, ti suggerisco di vedere questo video https://youtube.com/watch?v=voQeBsNfsUo&feature=shares. [...] Leggi di più...
11/03/2023AUTISMO. Innanzitutto è una parola che si riferisce a PERSONE, in particolar modo al funzionamento della mente di alcune persone. Fai un bel respiro e mettiti comodo perché la lettura di questo articolo ti richiederà un pò di tempo, non è solo un articolo che ti informerà sullo spettro autistico, ma quello che vorrei che ti arrivasse è un modo differente di approcciarti alla diversità. In fondo siamo tutti diversi, o sbaglio? La parola autismo, spesso crea panico! La paura è un’emozione spontanea che può intervenire in qualsiasi situazione, specialmente quando c’è qualcosa che non si conosce. Ora ti spiego meglio… L’autismo è uno dei possibili modi in cui funziona la mente. Esatto, un funzionamento mentale che incide sul modo di percepire gli stimoli, entrare in contatto con l’ambiente e le persone. (Per una definizione appropriata dell’autismo puoi guardare questo video https://youtube.com/watch?v=XWK4EvBApI0&feature=shares) Le persone autistiche immagazzinano molti più stimoli da ciò che li circonda rispetto alle persone neurotipiche (il termine neurotipico è associato al funzionamento della maggior parte delle persone) e l’intensità degli stimoli può variare di gran lunga. Quanti pensi che siano i sensi? Te lo chiedo perché appunto non sono 5 e per ogni senso possiamo avere una percezione “nella media” oppure essere IPER o IPO sensoriali. (Puoi approfondire attraverso questo video: https://youtube.com/watch?v=-7F9xDcMo0M&feature=shares) Una grande scoperta! …che ci condiziona tantissimo in tutto quello che facciamo. Pur parlando di persone queste informazioni non le conosce quasi nessuno che non sia dell’ambito (a volte non le si conosce anche se si lavora in ambiti affini). Andando avanti, mi preme dirti che l’autismo NON è una disabilità. Rientrare nello spettro autistico è uno dei modi possibili di essere al mondo e ciò può esser associato anche a un ritardo cognitivo oppure no, così come qualsiasi altra condizione neurobiologica. Passiamo ad una parte più pratica affinché tutto ciò ti rimanga più impresso e possa diventare comprensibile. Ti faccio una domanda. Come ti senti quando in un ambiente ogni stimolo è amplificato? Immagina di essere in un posto in cui la musica è a tutto volume, c’è un odore molto forte che ti infastidisce, la luce del sole ti va dritta negli occhi e qualcuno ti sta parlando. Riesci a prestare attenzione alla persone che ti parla? Riesci a concentrarti? Forse no. Allora una soluzione potrebbe essere quella di abbassare la persiana, spegnere la musica e già la situazione diventerebbe più gestibile…. a meno che quell’odore non continui a farti venire la nausea. Questo è solo uno degli svariati esempi di ciò che accade ad una persona autistica o ad una persona ipersensibile. Capisci perché se un bambino si trova in quella situazione e non riesce a esprimere il suo disagio non troverà altra soluzione che piangere disperatamente sperando di essere compreso oppure lancerà per aria tutto ciò che trova? Ora fingiamo che questo bambino stia a scuola… in una scuola dell’infanzia: piena di giocattoli, cartelloni colorati, bambini che si muovo velocemente, canzoni e abitudini da imparare. Quando non si sa perfettamente cosa fare in un dato momento, capirlo può risultare difficile. Magari cerco di sentire le indicazioni della maestra mentre un compagno mi toglie il mio pupazzo dalle mani e mi concentro solo sul peluche che desidero tanto, gli altri fanno confusione e si muovono in una direzione precisa, per fare ciò che l’insegnante ha chiesto. Loro hanno capito io non ho fatto in tempo, cerco di imitarli ma nel frattempo fanno quell’attività ed io son rimasto indietro, come posso sentirmi? Cosa mi dirà l’insegnante se io resto bloccato? Capirà cosa è successo o cosa mi dirà? I miei compagni son stati bravi, per loro è stato facile a parole, io avrei bisogno di una guida maggiore, per comprendere meglio, devo visualizzare le immagini e consultarle di tanto in tanto, così non mi distraggo. (Qui ti parlo della gente visive, uno strumento molto utile per favorire la comunicazione https://www.piccolapedagogistapetulante.com/agenda-visiva-cosa-e-a-cosa-serve/) Ognuno di noi percepisce gli stimoli in un modo ben preciso e dobbiamo porci spesso la domanda, rispetto a come gli altri possano percepire un colore, un odore, un suono. Ho iniziato ad elencarti questi esempi per darti un piccolo input rispetto a quanto l’ambiente che ci circonda influenza tutto di noi, dall’aspetto relazionale, alle emozioni, all’apprendimento. (Qui parlo di ambiente ed inclusione https://youtube.com/watch?v=cqY33le8YsI&feature=shares) Usiamo spesso frasi come “il mondo è bello perchè è vario” (altro spoiler, le persone autistiche sono molto concrete e comprendono le frasi alla lettera, per ciò che appunto viene detto, quindi i modi di dire possono non avere senso e risultare di difficile comprensione) ma siamo sicuri di esser predisposti a cambiare al fine di andare in contro alle esigenze di tutti? Se hai qualsiasi dubbio o domanda, sai di trovarmi qui! Leggo volentieri i commenti. Ti lascio con il link di un video in cui elenco numerosi libri riguardo l’autismo per chi è curioso, vuole formarsi in merito o aggiornarsi: https://youtube.com/watch?v=PGpsGuE1oUg&feature=shares [...] Leggi di più...
26/02/2023Ci tengo ad iniziare con questa frase meravigliosa, tratta dal documentario di Netflix “Bebè”: “I SENSI DEL BAMBINO HANNO BISOGNO DI NUTRIMENTO STIMOLANTE, SONO COME I MATTONI CON CUI IL CERVELLO UMANO COSTRUISCE L’ESPERIENZA.”  Il cervello umano, ha la straordinaria capacità di acquisire informazioni in ogni momento. Ma come si acquisiscono queste informazioni? Tutto ciò con cui entriamo in contatto, arriva sul nostro corpo, ne diamo un’interpretazione unica attraverso i nostri sensi ed in base a come reagiamo a determinati stimoli, generiamo delle risposte. Secondo te perchè sono importanti i sensi?  Addentriamoci parlando di APPRENDIMENTO. L’apprendimento è: conquista interiore, il piacere della scoperta, concentrazione profonda, esplosione di gioia, desiderio di esplorare… Sempre? Mmh… magari…  Ma se vogliamo rendere un qualsiasi apprendimento qualcosa di entusiasmante, come possiamo trasformarlo? In primis coinvolgendo più sensi contemporaneamente! I nostri sensi sono la porta di accesso all’esperienza del mondo che ci circonda. Grazie a loro possiamo percepire tutti gli stimoli, sono essenziali per l’apprendimento e lo sviluppo cognitivo. L’apprendimento multi sensoriale è un tipo di apprendimento che si basa sull’esperienza, sul FARE che chiama in gioco il nostro corpo. Non ha età, in qualsiasi momento della vita, qualunque sia il nostro modo di funzionare e rispetto a qualsiasi competenza di base, possiamo stimolare la persona, grande o piccola che sia appunto, favorire in lui o lei BENESSERE, renderla partecipe e coinvolta. Per sfruttare al meglio l’apprendimento sensoriale, è importante coinvolgere più sensi durante l’apprendimento, ciò è un grande aiuto per comprendere meglio i concetti. Alla base di questo approccio però è indispensabile conoscere i sensi, le differenze rispetto alla percezione di ognuno. Valorizzare le differenti preferenze sensoriali può aiutare a soddisfare le diverse esigenze di apprendimento. Ad esempio, un insegnante potrebbe utilizzare immagini, grafici e diagrammi per rappresentare concetti visivamente, oltre a spiegare il contenuto oralmente e permettere agli studenti di toccare e manipolare oggetti per comprendere meglio i concetti. Inoltre, potrebbe coinvolgere il gusto e l’olfatto durante attività che richiedono l’uso di questi sensi, come durante la preparazione di un pasto o la degustazione di un alimento. L’apprendimento multisensoriale, pensato e calato sulle esigenze specifiche di ognuno è un grande beneficio: favorisce l’attenzione e influisce sulla memorizzazione.  Il modo migliore per stimolare l’intelligenza è arricchire l’esperienza di emozioni. Il cervello può arricchirsi ogni giorno di nuove conoscenze; è in grado di creare nuove strutture neuronali, di essere capace, se sottoposto a stimoli adeguati, di re-inventarsi, attivando nuove cellule. Credo fortemente nello straordinario potere dei nostri sensi. Di quanto il nostro corpo sia coinvolto nell’acquisizione delle informazioni di tutto ciò che ci ruota attorno. Nulla può esser lasciato al caso quando pensiamo a come preparare gli ambienti o degli eventi per i bambini. Ogni parola, gesto, situazione farà parte del suo vissuto. Non siamo noi consciamente a scegliere su cosa soffermarci, a cosa prestare più attenzione e a cosa segnerà la nostra memoria. Dipende da tantissimi fattori e non possiamo controllarli tutti. La differente percezione dei sensi, si accentua nelle persone autistiche ed ADHD. Avremo bambini/e o ragazzi/e che adoreranno le luci, ma tapperanno forte le orecchie quando ci si accingerà ad accendere una radio, oppure annuseranno molto da vicino cibi, animali, oggetti per poter sentire meglio l’odore, ed andare a ricercare una stimolazione forte. Ma ancora potranno scegliere i cibi in base ad una precisa consistenza, potranno amare così come evitare il contatto, anche nel caso di una semplice carezza.L’elenco potrebbe essere infinito, perché potrebbero susseguirsi svariate combinazioni di possibilità. Per poter conoscere la sensorialità di ogni persona, bisogna partire da una minuziosa osservazione, da una profonda ed attenta conoscenza. Eh si, questo è il bello dell’essere unici. Attraverso una conoscenza approfondita, vorrei che Ognuno di noi affinasse la Sua capacità di osservazione, E’ IMPORTANTISSIMO porre attenzione ad ogni dettaglio e segnale, affinchè ogni ambiente ed Ogni esperienza sia davvero alla portata di tutti. Se impariamo ad identificare le differenze di percezione di Ognuno, possiamo imparare a distinguere meglio i comportamenti degli altri che comunicano sempre qualcosa. Una conoscenza approfondita della sfera sensoriale dovrebbe essere alla portata di tutti: genitori, educatori, insegnanti, logopedisti, psicologi, infermieri, oss… Quando nasciamo abbiamo un’incredibile Desiderio di conoscere ed esplorare, attraverso il movimento, lo sguardo, il tatto, il gusto, coinvolgendo tutti Gli altri sensi… Perché alcune volte accade che questo desiderio si attenua? L’educazione sensoriale è importante tanto per l’individuo singolo, Quanto per chi si occupa Di persone. Oltre ad autoeducarsi per conoscersi meglio possiamo imparare a tener conto delle esigenze degli altri. [...] Leggi di più...
10/02/2023Mi piace definire i bambini come piccoli organi di senso capaci di apprendere da tutto ciò che li circonda. Son competenti fin dalla loro nascita, apprendono durante la gestazione, il loro imprinting che li prepara alla vita, lo hanno al momento del parto e immagazzinano informazioni ed emozioni dalle figure di riferimento e dall’ ambiente.  Ognuno ha il suo vissuto, i suoi interessi e il proprio sviluppo. Non è possibile fare paragoni tra bambini perché ognuno è diverso dall’ altro e vive ogni esperienza sulla base della propria percezione, dettata  dall’unicità della sua vita. I bambini sono dotati da un’ insaziabile senso di curiosità, pongono tante domande, hanno tanti pensieri e modi di esprimersi. La voglia di conoscere e sapere  bisogna tenerla viva, è quella spinta che gli permetterà di stupirsi di fronte ad ogni cosa che vedono e li porterà a voler scoprire sempre di più !  Come ho già detto però, ognuno è diverso dall’ altro, ognuno avrà il proprio modo di imparare e sarà interessato maggiormente ad alcuni aspetti particolari della vita.  Come si può arricchire ogni piccolo organo di senso?  Ci si può riuscire ascoltando i bambini, osservandoli e facendosi catturare dalle loro passioni. Molto spesso è l’ adulto a non riuscire a trovare la chiave giusta per interessare il bambino, bisogna cercare il modo per raggiungere la lunghezza d’onda dei bambini, valorizzarli e dar loro la possibilità di essere chi vogliono!  È importante ricordarsi sempre che tutti i bambini sono capaci di imparare, si può far emergere le potenzialità di ogni piccola persona!  Questo spunto di riflessione vuole essere un modo per mettersi in discussione e riflettere un tipo di approccio inclusivo, che tenga in considerazione i bisogni di ogni singola persona. [...] Leggi di più...
02/02/2023Nel 2003 Stephen Shore, una persona autistica, ha coniato il termine “ecoemotività” per descrivere il fenomeno per cui è possibile SENTIRE l’emozione di un’altra persona, senza rendersi conto che non è la propria. Stephen spiega che ha imparato, attraverso la razionalità a capire quando ciò che prova non gli appartiene: accade proprio che ci si senta pervasi dall’emozione di chi abbiamo intorno e la soluzione più funzionale è quella di chiedere a chi ci è accanto cosa sta provando, per trovare delle risposte e provare a lasciar andare quell’emozione che sentiamo, perché riusciamo a trovarne una spiegazione. Inoltre, il pensiero visivo di alcune persone autistiche, può portarle anche a VEDERE attraverso le immagini, l’emozione in questione. Questo processo è la conferma del fatto che molto spesso, le persone che appartengono allo spettro autistico, non solo provano emozioni ma che sono anche molto sensibili alle emozioni altrui anche se le espressioni del loro volto non coincidono con ciò che provano, come può accadere alle persone neurotipiche. Ti è mai capitato di pensare che un bambino ti abbia quasi “letto nel pensiero”? A me si, molte volte. Si tratta di qualcosa difficile da spiegare ma che accade, proprio perché le emozioni ci attraversano il corpo e trasmettono energia. Purtroppo però si conosce troppo poco dell’ecoemotività, io ho trovato poche righe a riguardo sul libro “Le percezioni sensoriali nell’autismo e nella sindrome di asperger” di Olga Bogdashina (lo so che stai pensando che il titolo non fa pensare ad un libro aggiornato con le nuove terminologie e ad una visione dell’autismo lontana da quella attuale, ma è un libro che ci permette tanto di ampliare l’argomento sensorialità, perciò vale la pena accettarne il titolo). Quanto può essere difficile arrivare a questa consapevolezza? Pensando ai bambini, per cui è difficile anche solo verbalizzare le proprie emozioni, come li si può guidare verso un ascolto profondo di sé? La difficoltà più grande risiede nel fatto che, se non abbiamo accanto qualcuno che ci supporta, ascoltando e accogliendo ciò che diciamo, abbiamo il timore di non essere creduti. Alcune persone autistiche, da adulte, dopo un lungo percorso di consapevolezza, imparano a conoscersi e comprendere che va bene percepire il mondo in maniera unica, perché siamo tutti diversi gli uni dagli altri (neurotipici, autistici, neurodivergenti). Spero che ti sia stato utile questo piccolo articolo, se ti va di farmi sapere se hai esperienze a riguardo, sarò felice di leggere il tuo commento! [...] Leggi di più...
02/02/2023L’ agenda visiva è uno degli strumenti visivi che fa parte della CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa), uno strumento flessibile che si adatta e cresce in base allo sviluppo della persona per cui viene creata. Cosa sia lo dice la parola stessa, si tratta appunto di un’agenda, ampliata grazie alle immagini che serve per favorire una miglior comprensione in entrata. Nella propria agenda ognuno di noi, inserisce ciò che sceglie o deve necessariamente svolgere durante una giornata e lo fa trascrivendo una lista di impegni. L’agenda visiva non è altro che questo elenco di attività da eseguire, in cui possono esserci anche le parole scritte a cui però si abbinano le immagini o si sostituiscono con foto oppure oggetti. La scelta dipende dalla persona per cui l’agenda visiva è stata pensata, quindi si parte proprio dalle competenze possedute. Inoltre, può essere utilizzata da persone di qualsiasi età e funzionamento. Spesso immaginiamo le agende visive unicamente per bambini, ma se è uno strumento che semplifica l’organizzazione e la memorizzazione di attività perché non ne dovremmo beneficiare anche da adulti?! E’ uno strumento utilissimo che non riduce, anzi amplia le capacità comunicative, basti pensare al fatto che un requisito importantissimo della comunicazione, è proprio la comprensione (ne ho parlato in questo video confrontandomi con una logopedista che conferma la loro importanza ⇥ https://youtube.com/watch?v=R8ZJV_T_Pt8&feature=shares). Si tratta di una risorsa educativa, molto utile per differenti ragioni: rimuove i misteri del linguaggio verbale nei bambini molto piccoli (fino ai 2-3 anni i bambini non conoscono il significato di tutte le parole), semplifica la comprensione nei contesti in cui vi sono persone che comunicano attraverso lingue diverse (basti pensare che sui mezzi pubblici, in aereo, i segnali stradali son tutti simboli, più immediati delle parole scritte”, agevola chi possiede il pensiero visivo, favorisce l’autonomia e soddisfa la necessità di conoscere ciò che si deve fare e in quale momento della giornata ci si trova, riduce l’ansia, favorisce le capacità organizzative, permette di focalizzare l’attenzione, L’agenda visiva può essere utilizzata in tutti i contesti: casa, scuola, lavoro e la si può rendere anche mobile, da portare con se ovunque ci si trovi, in quanto occorre che l’agenda visiva sia sempre consultabile al momento del bisogno. Le agende visive devono essere semplici in modo da poter fornire un’ informazione chiara ed esplicita. In particolare i simboli devono essere immediatamente comprensibili, privi di ambiguità e dotati di un significato univoco. Esistono anche distinzioni più ampie riguardo la tipologia di agende visive, infatti possiamo crearle giornaliere, settimanali, addirittura mensili. Quello che ci tengo a precisare è che l’agenda visiva deve essere pensata nei dettagli per la persona per cui la si realizza. Per rispondere alla domanda: “Come si possono creare?” guarda questo video ⇥ In aggiunta trovi un video in cui parlo delle agende visive e di quando servono: [...] Leggi di più...
02/02/2023Per stimming si intendono comportamenti ripetitivi e stereotipati, autostimolatori che SERVONO per regolare da un punto di vista sensoriale ed emotivo. Il termine “stimming” in sostituzione al termine “stereotipie” è stato scelto dalla comunità di persone autistiche. Ma c’è da fare un appunto!! Fare stimming è una necessità di più persone di quante immagini, me compresa, per non dire tutte. Quindi può fare stimming una persona con mente autistica, con mente neurotipica o neurodivergente. Inizio con il precisare che lo stimming SERVE: ha un’importante funzione comunicativa. Ma vediamo di che si tratta: alcuni esempi di stimming possono essere, sfarfallare con le mani, saltare, ripetere suoni, parole o frasi (le stereotipie vocali sono chiamate ecolalie), dondolare, far roteare oggetti, manipolare oggetti, camminare facendo un percorso ben preciso, sfregare le mani, annusare oggetti… Cosa comunicano questi comportamenti stereotipati? Agitazione, felicità, insofferenza, favoriscono la concentrazione, regolano gli stimoli, regolano le emozioni. So che tutte queste possibilità confondono le idee, ma la realtà è che, come ben saprai, ogni persona è diversa, ed è importante anche contestualizzare un comportamento per comprenderne appieno il significato. Alcune persone (grandi o piccole) si concedono lo stimming quando ne sentono il bisogno, altre esercitano un maggiore controllo sul proprio corpo e lo fanno solo in determinati contesti, uno di questi è la propria casa. Negli ambienti sociali, le persone autistiche tendono a “controllare” il loro comportamento proprio per il timore di non essere compresi o di essere giudicati. Il ruolo fondamentale di questi condizionamenti è dato dall’educazione. Anche quando vi ho parlato di “controllo” del proprio corpo, mi son riferita a meccanismi inconsci del cervello, causati dall’abitudine a fare una cosa piuttosto che un’altra. L’ abitudine a “comportarsi in un certo modo” limitandosi nelle esternazioni che fanno star bene, come può essere lo stimming, porta al MASKING. Per masking si intende la capacità di mascherare il proprio comportamento, non facendo quello che si desidera davvero, ma quello che “gli altri si aspettano da noi”. La gravità di questa cosa sta nel fatto che, se mi controllo per comportarmi come gli altri vogliono che io mi comporti, innanzitutto faccio fatica, perché mi sforzo, faccio qualcosa che non è naturale, in secondo luogo, abituandomi a fare quello che qualcuno reputa “giusto” rispetto a ciò che io SENTO di fare, mi disconnetto dalle mie sensazioni ed esercito sempre un forte controllo sulla mia “natura”. (Parlo di masking in questo video: https://youtube.com/watch?v=aJiVs078Z3E&feature=shares) Alcuni strumenti per favorire lo stimming possono essere: pasta modellabile/palloncino antistress (tutorial https://youtube.com/watch?v=bm92_SSwMuU&feature=shares)anello rotante antistress ⇥ https://amzn.to/3XaiqiTcorda per saltare ⇥ https://amzn.to/3IMeC3cFidget Toys ⇥ https://amzn.to/3iwNuKSCollana per masticare ⇥ https://amzn.to/3kbBOxqPop it ⇥ https://amzn.to/3ILbPHj Con questo breve articolo, spero di averti fatto comprendere l’importanza di autoregolarsi e ritrovare il proprio benessere, in qualsiasi modo si ritenga necessario!! Quanto sarebbe bello se ognuno di noi, in ogni contesto si sentisse libero di poter essere come è senza temere di esser giudicato? Qui trovi un video in cui parlo di stimming: https://youtube.com/watch?v=SD1D9fBNbdQ&feature=shares Ti invito anche a inoltrare questo articolo a chiunque non sappia cosa sia lo stimming! Per qualsiasi domanda, sai dove trovarmi ☺️ [...] Leggi di più...
02/02/2023Diagnosi: appartenenza allo spettro autistico. In questo articolo vorrei soffermarmi sull’età a partire dalla quale è possibile sottoporsi a valutazioni per approfondire le caratteristiche neurobiologiche, quali siano le figure professionali che possono effettuare diagnosi e sopratutto a cosa serve questo documento. Iniziamo in ordine cronologico partendo dall’età. Dal momento che si nasce con un funzionamento, che può essere autistico, neurotipico o neurodivergente, da quale momento è possibile rivolgersi ad un professionista? Ogni essere umano è unico ed irripetibile ed è caratterizzato da diversi fattori che gli permettono di essere associato ad un funzionamento rispetto ad un altro. Tra le organizzazioni neurobiologiche vi sono punti in comune ma anche caratteristiche ben distinte, rispetto all’autismo infatti le differenze si manifesteranno a livello di percezione sensoriale, ragionamento, di interazione sociale, interessi ristretti, movimenti o gesti stereotipati etc. Per intraprendere un percorso di valutazione ci si può affidare a neuropsichiatri infantili, a psicologi e psichiatri esperti di autismo (la prima figura professionale a cui rivolgersi, è sempre il pediatra, che vi indirizzerà alla struttura di competenza del vostro territorio). I vari professionisti somministrano dei test (ADOS – 2, CARS, ASRS, BSBS) che prevedono dei questionari, dei colloqui con genitori nel caso di minori o con la persona interessata ed alcuni momenti in cui, a seguito della richiesta di compiti, il professionista ha modo di osservare la risposta e quindi il comportamento che segue la richiesta o il compito da svolgere, in modo da osservare bambini o ragazzi in un contesto strutturato. E’ possibile iniziare un percorso diagnostico tramite l’ADOS-2 a partire dai 12 mesi, rispetto al CARS e al ASRS per cui è necessario attendere i 24 mesi di età. Questo documento quindi a cosa serve? La cosa più importante che la diagnosi fa è DARE UN NOME: si tratta di un testo che descrive alcune caratteristiche della persona, è come la fotografia dei momenti che caratterizzano il percorso diagnostico. Ricevere un nome da dare alla propria mente o alla mente del proprio bambino, non cambia la persona, anzi è di SUPPORTO per evidenziare bisogni e modalità di comportamento, nell’utilizzo di strumenti per facilitare lo sviluppo dell’autonomia e della vita, presente e futura. Spesso mi viene chiesto se sia utile riceverla o no, se occorre attivarsi per essere affiancati da insegnanti specializzati (nel caso in cui la persona non abbia concluso il percorso scolastico) o se ha effetti nella società. La risposta è un grandissimo SI, ma non sono io a dirlo, a testimoniare l’importanza della diagnosi come risposta ai dubbi rispetto alla propria mente, sono le persone autistiche che si raccontano. Spesso le persone adulte autistiche senza compromissioni, sono le prime a porsi tanti quesiti e a intraprendere il percorso diagnostico in autonomia per capire in cosa differiscono dalle persone neurotipiche e perché non si trovano bene in determinati contesti. Ogni diagnosi è diversa dall’altra, spesso poco comprensibile e serve per indicare il tipo di supporto necessario per una persona. Ora parliamo dei livelli di supporto per precisare una cosa, quando parliamo di livelli intendiamo capire di quanto supporto necessità una determinata persona, in termini di (supporto scolastico, supporto domiciliare, terapie logopediste etc), distinguiamo i livelli di supporto in: livello 1 (è necessario un supporto)Livello 2 (è necessario un supporto significativo)Livello 3 (è necessario un supporto molto significativo) L’autismo invece è un unico spettro e come le persone neurotipiche, anche le persone autistiche possono essere caratterizzate da un ritardo cognitivo oppure no. Chi può accorgersi di comportamenti riconducibili al funzionamento autistico? Ogni situazione è a se, ci sono situazioni in cui i primi ad accorgersi di caratteristiche differenti dalle proprie siano i genitori (se a loro volta i genitori sono neurotipici), alcune volte possono essere gli educatori degli asili nido, in altri casi gli insegnanti della scuola dell’infanzia, altre volta ancora può consigliare una visita specialistica lo stesso pediatra. Questa differenza sostanziale dipende da molti fattori cerchiamo di racchiuderli in 2 categorie: per quanto riguarda i genitori possiamo dire che, non necessariamente incontreranno particolari difficoltà nella gestione del proprio bambino e se non conoscono le caratteristiche dell’autismo (per come lo si conosce ora), difficilmente avranno un tale dubbio; in altri casi invece, un iter diagnostico spaventa, non sapendo a cosa si va incontro ed è possibile negarne la necessità. Specialmente quando si tratta del primo figlio, possono non essere chiare le tappe di sviluppo etc. rispetto ad educatori ed insegnanti ci tengo a precisare 2 aspetti, non tutti gli educatori e non tutti gli insegnanti sono specializzati nello spettro autistico, quindi alcuni comportamenti possono essere fraintesi e non considerati indicatori di un funzionamento differente. L’altra questione invece, riguarda la difficoltà di informare le famiglie e suggerire loro un percorso diagnostico; si tratta di uno degli aspetti più complicati da affrontare perché non è scontato che le famiglie siano disposte ad ascoltare e prendere in considerazione la possibilità di un iter nell’immediato, entrano in gioco talmente tante emozioni che si perde la lucidità (in questo video ne parlo meglio. [...] Leggi di più...
02/02/2023Cosa sono i libri sensoriali? I libri sensoriali sono, come dice la parola stessa, dei libri che posso essere realizzati in svariati modi; preferisco definirli sensoriali anziché tattili in quanto, oltre a poter essere sperimentati da un punto di vista tattile, attirano l’attenzione di grandi e piccoli, grazie ai suoni dei differenti materiali da cui sono composti e grazie al potere attrattivo dei materiali da un punto di vista visivo. A chi sono rivolti? I libri sensoriali non hanno età, sono strumenti assolutamente inclusivi; è possibile proporli ai più piccoli dai 6 mesi in su, età in cui iniziano ad avere la capacità di manovrarli e di lì in avanti sono una risorsa incredibile. Innanzitutto l’esser composti da pagine, permette di avvicinare specialmente i bambini, ai libri che lèggeranno o ascolteranno in futuro ed un approccio positivo al libro è una possibilità in più per ogni persona: i libri contengono storie, informazioni, permettono di allargare le conoscenze, rendono possibili viaggi misteriosi. L’attrattività dei materiali interessanti da cui sono composti, porta i bambini a volerli esplorare, con le manine, con la bocca, con i piedini… Nello sviluppo dell’essere umano, le immagini e gli oggetti hanno un ruolo molto importante in quanto permettono di concretizzare i concetti e dunque di semplificarne la comprensione, nonché di favorire lo sviluppo del linguaggio ed aumentare la capacità comunicativa. Possiamo trovare numerosissimi libri sensoriali in commercio oppure essere noi stessi a realizzarli per i bambini o con loro rendendo l’oggetto super personalizzato (in molti casi è la cosa migliore, dopo ti spiegherò il perché). E’ possibile realizzare i libri con “storie da toccare”, questo è un elemento che li rende inclusivi perché adatti ad ogni persona. Si tratta di un bellissimo esercizio di affinamento dei sensi che si potrebbe fare, chiudendo gli occhi e soffermandosi su ciò che appunto tocchiamo e di come cambia la realtà se la tocchiamo, senza affidarci alla vista. E’ possibile anche fare dei giochi ad occhi chiusi, tempo fa ho realizzato un video in cui mostro come creare e parlo del memory tattile, trovi il video qui https://youtube.com/watch?v=KNDEvrCVEes&feature=shares Per la creazione dei libri ci sono infinite possibilità: inizierei soffermandomi sulla struttura da cui son composti. Possiamo realizzarli: in stoffa,in carta o cartone,utilizzando la gomma crepla,utilizzando feltro,fogli di carta, unendo le pagine con ago e filo, oppure con colla a caldo, servendoci di nastri o spago… Cosa inserisco nelle pagine? Come le decoro? Quali e quante attività servono? Osservando i capolavori dei bambini potremmo scoprire che in realtà, l’unica componente indispensabile è la fantasia. Mi dispiace deluderti, ma non ci sono regole per creare il libro sensoriale perfetto, perché in realtà un libro sensoriale si potrebbe definire adatto ad un bambino, un ragazzo, un adulto, se riusciamo a tener conto dei suoi gusti, dei suoi interessi, della sua età e delle sue competenze. Uno dei vantaggi dei libri sensoriali è quello di avere uno strumento UNICO ed irripetibile e ricco di esperienze da poter far fare, date da: contrasti di colore,spessori differenti,texture dalla più ruvida alla più soffice,temperature diverse,differenti odori,differenti suoni,pesi differenti,allacciature varie,bottoni,lunghezze diverse… il tutto realizzato con materiale di recupero e con forme indefinite, può esser semplice da realizzare ma UNA GRANDE FONTE DI APPRENDIMENTO. Possiamo sbizzarrirci anche a inserirci attività come: il gioco del tris,abbinamento di forme e/o colori,attività per associare numeri a quantità,sagome da vestire/svestire,nastri da annodare,fili da intrecciare, Son veri e propri strumenti educativi che si possono creare con materiale di recupero. Trasformare gli oggetti ci da la possibilità di creare qualcosa di unico, prezioso perché carico dell’amore con cui viene pensato ed assemblato. Qualsiasi materiale può esser trasformato e può arricchire i sensi. Ti racconto una cosa che mi accade spesso… L’ispirazione per creare il libro tattile, raramente è qualcosa di immediato, posso avere quei tessuti e quei materiali da parte in un cassetto per mesi o anni, ma poi arriva il giorno in cui decido di trasformarli dandogli una nuova vita. E’ importante iniziare a guardare qualsiasi cosa hai attorno con occhi diversi, ritrovando quella curiosità che si ha da bambini e prima di buttare un oggetto che apparentemente non serve più chiediti: “cosa potrei farlo diventare?”. Fa bene a tutti far riemergere il bambino che è in noi. Realizzare materiali sensoriali fai da te, permette di creare qualcosa di economico, ma sopratutto di grande valore. Partendo dal bambino a cui vogliamo regalarlo, possiamo creare qualcosa di speciale per lui che lo possa accompagnare nella sua crescita. Questi meravigliosi strumenti favoriscono la concentrazione, l’attenzione, la motricità fine, la coordinazione oculo manuale, stimolano la curiosità; un bambino concentrato in ciò che fa è un bambino calmo. L’unico appunto che ci tengo a fare, è stare attenti a non inserire troppi stimoli (troppi colori, troppi materiali) nella stessa pagina. Un libro troppo caotico rischia di confondere la persona per cui lo si è realizzato, ecco perché meglio non eccedere quando lo si crea. Chi può realizzare un libro sensoriale? In quale contesto può essere usato? Semplicemente chi ha voglia di lasciarsi andare in un momento creativo, genitori, zii, nonni, baby sitter, insegnanti, educatori, pedagosisti, logopedisti, etc… Possono essere proposti in casa, regalati ai bambini, creati con loro, realizzati dai loro educatori per raggiungere obiettivi mirati, creati dai loro educatori o insegnanti per una proposta di sperimentazione dei libri ampia, quindi proposti accanto agli albi illustrati, possono essere un intrattenimento durante un viaggio… Qui trovi un video in cui realizzo un libro sensoriale molto particolare https://youtube.com/watch?v=v2pCTElnuTg&feature=shares RICORDATI: Quando realizzi un libro sensoriale, stai realizzando qualcosa di speciale!!! [...] Leggi di più...
02/02/2023Ciao e benvenuto o benvenuta sul mio blog, io sono Angela, la Piccola Pedagogista Petulante, sono una libera professionista ed ho scelto di svolgere i miei servizi online, occupandomi di consulenze, formazione e laboratori, di proporli di tanto in tanto in presenza. Mi occupo di infanzia, autismo, supporto alla genitorialità e creazione di materiali sensoriali 💖 Il mio percorso è sempre stato un intreccio di teoria e pratica, in quanto ho sempre lavorato e studiato contemporaneamente. Durante la triennale ho fatto parte di un progetto di dispersione scolastica, occupandomi di minori a rischio da 6 a 16 anni, un esperienza impegnativa ma super formativa, in quanto ho gestito gran parte del servizio in autonomia. La laurea triennale l’ho conseguita a Taranto, quando era aperta la sede di scienze dell’Educazione, perciò il 15 ottobre del 2014 ho conseguito il titolo di educatrice professionale (L-19). La settimana successiva avevo già ottenuto il mio primo contratto a tempo indeterminato tramite cooperativa, per lavorare in un centro diurno con persone disabili adulte e svolgere domiciliari a minori disabili. Immagini il panico? Certo, anche la felicità e l’entusiasmo di iniziare a lavorare, ma anche tanta paura di non esserne all’altezza. Ah, dimenticavo… non appena conseguita la triennale, ero convinta che avrei smesso di studiare… ed invece, un paio di settimane dopo, mi sono iscritta al primo corso di perfezionamento all’università di Modena e Reggio Emilia, sull’autismo e ad un master sui DSA 😆 Ma andiamo avanti… il primo strumento a disposizione per definire la mia identità pedagogica, è stata l’osservazione di colleghe e colleghi, perché osservando chi ha più esperienza di te, puoi iniziare a capire come vuoi e come non vuoi lavorare. Queste due esperienze distinte in tutti i sensi, per la fascia d’età, per tipologia e per i contesti, mi hanno permesso di lavorare sin da subito in team ma anche in autonomia. Credo fortemente che lavorare e studiare contemporaneamente permetta di ottimizzare i tempi e le energie, per me è stato di gran stimolo. Le domiciliari con la cooperativa non son durate molto, a causa del termine di un bando, ma amando fortemente quel tipo di lavoro, ho iniziato a lavorare a domicilio privatamente con bambini autistici. Si può dire che il mix di esperienza nell’ambito dell’autismo, è stato il primo segnale chiaro, che mi ha permesso di capire che stavo andando nella direzione giusta per me. Nel 2016, dopo un altro corso sui disturbi dell’apprendimento, ho deciso di voler aumentare la mia professionalità, iscrivendomi alla magistrale in Scienze Pedagogiche, presso l’università Pegaso. Oltre ad essermi trovata molto bene perché potevo gestire al meglio il mio tempo (dopo 8 ore di centro diurno, domiciliari, praticamente studiavo la sera crollando di testa sul pc😅) essermi iscritta ad un’università telematica mi ha permesso di gestire con tranquillità il mio improvviso trasferimento da Taranto a Torino, per raggiungere il mio fidanzato che aveva iniziato a lavorare lì. Ho fatto una cosa un po’ folle sai? Ho lasciato il mio contratto a tempo indeterminato per svolgere una sostituzione in una scuola primaria della provincia di Torino, per cui ho lavorato come educatrice scolastica per 1 mese 🤣 (per l’esattezza ho lavorato in una scuola a Ciriè per cui impiegavo 2 ore ad andare e 2 ore a tornare con 2 pullman ed 1 treno! Cosa non si fa per amore?❤️) Ritornando seria… l’esperienza a scuola è durata un mese, ma dopo pochissimo tempo ho iniziato a lavorare nuovamente a domicilio tramite l’affido (un contratto sotto forma di volontariato, gestito dal comune di Torino, per cui si è selezionati da assistenti sociali). In pratica non ho mai smesso di lavorare… nella prima famiglia ho lavorato per 4 anni, ho seguito per poco più di 1 anno un altro bambino ancora sempre tramite affido e sempre tramite la prima cooperativa ho svolto altre sostituzioni, sempre come educatrice, ma in un scuola secondaria di primo grado. Il 7 marzo 2017, l’anno della legge Iori, ho discusso la tesi sulla “Comunicazione Visiva nell’autismo” per diventare ufficialmente pedagogista (LM-85) 🎉 Altra novità alle porte: ho iniziato a lavorare fin da subito come pedagogista in un asilo nido e scuola dell’infanzia, privato, in cui ho potuto avere il ruolo di coordinatrice didattica e formatrice ed ho svolto le mie prime consulenze genitoriali ❤️ Se tra un racconto ed un altro dimentico qualcosa, sappi che c’è anche un video in cui racconto le mie esperienze (https://youtube.com/watch?v=ad7E_YVbG3E&feature=shares) Ad un tratto mi è balzata in mente un’idea… a quanto pare 3 lavori non mi bastavano, mentre ritagliavo il tempo per formarmi ho deciso di provare a narrare la mia professione sui social e quello che sembrava esser iniziato come un hobby, si è trasformato, lentamente, in qualcosa di più 💖 (te ne parlo in questo video https://youtube.com/watch?v=2Zr-sz_nga8&feature=shares) Per velocizzare la mia sintesi, passo velocemente agli ultimi anni e ti dico cosa è successo. A Torino ho vissuto quasi 5 anni, continuavo ad avere gli affidi e son stata assunta da un’ altra cooperativa a tempo indeterminato, per lavorare come educatrice nelle scuole dell’infanzia (altro lavoro straordinario e super arricchente), intanto svolgevo anche consulenze online a genitori ed educatori. Io ed il mio fidanzato avevamo comprato ed arredato una casa stupenda, fino a quando ha ricevuto una proposta di lavoro allettante a Verona ed abbiamo deciso di cambiare vita 😅 Pazzi? Un pò si… rimpianti? Assolutamente no. Certo, disfare una casa che abbiamo amato è stato di grande impatto. Si riparte, in una nuova città, che succede quindi? Accade che chiudere i capitoli di Torino, mi fa pensare che forse è arrivato il momento di lanciarmi nella libera professione (in questo video trovi le emozioni di una pedagogista https://youtube.com/watch?v=QKo9aC1xkYQ&feature=shares ) La realtà dei fatti è stata che, sognavo la libera professione… ma non l’avevo pianificata… e senza pianificazione i progetti non possono prendere forma 🤷🏻‍♀️ Ma Verona mi ha regalato esperienze incredibili: le due esperienze lavorative che avrei voluto fare, ed una collaborazione con una collega fantastica! Arrivata a questo punto però, la scelta di avviare la libera professione è stata CHIARA, si è presentata e manifestata in me, come mai prima d’ora, te la racconto qui (https://youtube.com/watch?v=g_uj0KNryuY&feature=shares) Ed ora, mi dirigo verso la conclusione e prometto di non essere più così petulante, in modo che tu possa essere invogliato o invogliata a leggere altri articoli e continuare a seguirmi: Mi presento di nuovo a te, per la professionista che sono ora 💖 Grazie per avermi letta 🤗 [...] Leggi di più...
02/02/2023Guardare, osservare, vedere… un’azione che pensiamo possa esser fatta con gli occhi… ma non solo… Come dovrebbero essere gli occhi di un genitore? Occhi disponibili ed accoglienti, che si lasciano stupire… Quando si decide di diventare genitori, ci sono pochi aspetti che possono davvero essere controllati… puoi pensare di ritenerti pronto o pronta a diventare mamma o papà, mettendo al mondo un figlio, che arriverà quando sarà il momento giusto, dopo un mese o sei di tentativi, dopo 2-3 anni, dopo essere ricorso a vari tentativi per diventarlo. Potrebbe essere maschio o femmina, potrebbero essere 2 o 3, puoi decidere di adottare e non sai quando questo avverrà davvero, non sai quale sarà l’etnia né l’età di tuo o dei tuoi figli, non puoi scegliere quale sarà il suo funzionamento e quali competenze gli apparterranno, insomma, in un modo o nell’altro se ci pensi bene, puoi scegliere pochi aspetti di questa avventura e farti travolgere da essa. Si è portati ad immaginare, sognare ad occhi aperti che carattere avrà, cosa farete insieme, ma sarà un individuo a sé, con le sue caratteristiche, la sua personalità ed i suoi interessi. Ti chiederai dove voglio condurti con questo discorso… Voglio farti riflettere su quanto l’aspettativa che possiamo avere sulle situazioni o sulle persone può condizionarci. Il compito di un genitore consiste nel guidare il suo o i suoi bambini nella loro crescita, esserci, credere in lui o lei, senza sostituirsi. L’educazione e le esperienze vissute sono un contorno che fa da modello, ma non definiscono chi si è davvero. Non servono genitori perfetti, impeccabili, ma esseri umani, fallibili ed amorevoli che crescono insieme ai loro bambini. Proprio perché non si possono conoscere prima i bambini, gli occhi dei loro genitori dovranno saper rilevare la loro unicità ad accettarla in ogni sfaccettatura. Nell’augurarti ogni bene per lui o lei, dovrai far attenzione a non proiettare i tuoi desideri e le tue ambizioni, in quanto ciò che è giusto o bello per te, può non esserlo per lui o lei. Lasciati guidare dagli avvenimenti, sentiti libero o libera di sbagliare, alzare la voce e poi chiedere scusa, di piangere se ne senti il bisogno e di spiegare perché provi quell’emozione, dì lui o lei quel “NO” se non ti va di fare quel gioco, lascia stare i piatti sporchi se sei stanca o stanco, ciò che non sai della genitorialità lo imparerai strada facendo… Si tratta di un viaggio faticoso e sorprendente, che ti cambierà in tutto e per tutto. Proverai tante emozioni differenti nella stessa giornat, ricordati di non essere solo o sola. [...] Leggi di più...
02/02/2023Le bottiglie sensoriali sono strumenti affascinanti nella loro semplicità. Si tratta di bottiglie in plastica (o barattoli in vetro), all’interno dei quali vengono inseriti: acqua, glitter e luci, acqua ,glitter e colla, acqua, colorante ed olio, acqua glitter e fiori, acqua, glitter e cannucce colorate, acqua, glitter e sfere di gel, acqua e sapone, acqua e bottoni, acqua, pompon e stelline, riso ed accessori vari, legumi di vari tipi, acqua e polvere magnetica, acqua, colorante e tappi in metallo, (sempre sigillando il tappo con la colla a caldo, per renderle sicure e farle durare nel tempo) insomma, sai già che provo a realizzarle in tutti i modi possibili e immaginabili e che di questo non mi stancherò mai. Ma perché? Non sono una nuova invenzione, esistono da anni ed anni, ma son state fin troppo sottovalutate. Generalmente le mie amate bottigliette vengono utilizzate negli asili nido, evidentemente hanno un riscontro molto forte, ma cos’altro accade? Succede che negli asili nido, ai bambini piccoli viene concesso il privilegio di sperimentarle in qualunque modo possibile; i bambini possono scuoterle, farle ruotare, lanciarle, osservarle, agitarle, portarle con se…etc. Nelle scuole dell’infanzia, il rischio è che non ci sia più libertà. “Questa è la bottiglietta della calma, puoi guardarla seduto, seduta a questo tavolino, quando ti sarai calmato/calmata, potrai tornare a giocare con i tuoi compagni….” Ora mi rivolgo a te che stai leggendo, se qualcuno ti dicesse di guardare i glitter che si muovono all’interno di una bottiglietta seduto ad un tavolino, dopo che la tua giornata è andata male, nel momento in cui vorresti solo piangere e gridare, scegli tu per quale motivo, riusciresti a calmarti? Ti dico la verità, io AMO le bottigliette sensoriali, ma da qui a rilassarmi completamente quando le guardo ce ne passa 😅 Preferisco raccontarti cosa osservo io quando le propongo e come le propongo. Innanzitutto di solito, preferisco preparare l’ambiente prima dell’arrivo dei bambini in modo tale da lasciar fare tutto alle bottigliette cosicché non sia io a dir loro di guardarle o usarle ma i bambini facciano da soli, oppure semplicemente le sfilo da una borsa senza dire nulla, oppure propongo di crearle insieme. Il primo potere delle bottigliette è quello di attirare l’attenzione, difficilmente chi le guarda non sofferma il suo sguardo su di esse, e già così potremmo dire che sono un potente aggancio. Cos’altro dire?! Si possono definire sensoriali in quanto incuriosiscono la vista (per i colori, la forma, il movimento) l’udito (grazie al suono dell’acqua e al suono che produce il contenitore quando tocca una superficie), il tatto (per la consistenza del barattolo o della bottiglia, per la temperatura, per il peso), l’olfatto (perché sopratutto se la si realizza insieme, ogni sostanza ha un proprio odore), il gusto (se durante la preparazione si utilizza un colorante alimentare o se si decide di utilizzare qualche cibo per colorare l’acqua come barbabietola, cavolo cappuccio, succo dei peperoni). Avevi mai pensato a tutto ciò? Ma aspetta un momento, ci soffermeremo su altri aspetti importanti come il benessere e la creatività. Un semplice oggetto può portare a fare tantissime riflessioni scientifiche e fisiche, può aumentare la capacità di prestare attenzione ad un oggetto, può favorire la motricità, può regolare emozioni e sensi. Per tutte queste ragioni io suggerisco che vengano proposte nelle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado, così come io stessa creo laboratori ad hoc per adulti e vi posso assicurare che la loro creazione ha davvero un potenziale enorme. Quale valido motivo ti viene in mente per cui da adulti dovremmo smettere di pasticciare e impedirci di emozionarci guardando qualcosa che ci piace? Il poco tempo? Mmh, bella scusa.. Tutto ciò che fa star bene e permette di rendere un’atmosfera piacevole sarà sempre ben accetto 🌟 Soffermiamoci sulla creatività: ti racconto cosa accade a me ogni qualvolta inizio a creare una delle mie bottigliette magiche.. La prima differenza sussiste se la preparo per me o se devo regalarla a qualcuno; inevitabilmente durante la creazione e nella scelta dei materiali da utilizzare, ci metto un pò di me. Pensa a quando scegli un regalo per qualcuno, quando gli fai un disegno o se devi preparargli qualcosa da mangiare, in ognuno di questi processi pensi a ciò che vuoi comunicargli e ti basi su ciò che piace a lui o lei. Quando un oggetto è personale, ci si sente messi in discussione in maniera diversa, il gesto artistico è quasi come uno specchio che ti porta a riscoprirti. Tutto ha un significato, i colori scelti e come ti senti dopo aver creato. Un’ altra componente può essere data dal valore che attribuisci a quell’oggetto, puoi realizzare una bottiglietta sensoriale che sconfigge la paura, così come crearne una per riporci dentro i tuoi desideri.. In aggiunta qui trovi un video in cui ne parlo e mostro vari tipi di bottigliette sensoriali [...] Leggi di più...
02/02/2023Il tatto è uno dei sensi che più di tutti può metterci in contatto con superfici, tessuti, ambienti e persone, eppure a quanto pare, risulta il più sottovalutato. Se ci pensi, entrare in relazione con il mondo attraverso il tatto è possibile a tutte le persone, a prescindere dal loro funzionamento e dalle competenze che possiedono. I recettori tattili si trovano su tutto il nostro corpo, infatti ogni centimetro della nostra pelle possiede circa 130 recettori attraverso cui il cervello percepisce lo stimolo tattile. Pensa a quando la tua guancia sfiora il cuscino prima di addormentarti, oppure quando con la mano accarezzi un cane, come fai a decidere se quella maglietta che stai per comprare ti può piacere realmente o no? Sai che ognuno di noi percepisce gli stessi materiali in maniera diversa?! Ecco perché siamo tutti diversi e uno stesso tessuto ad alcune persone può piacere, ad altre no. E lo sai che questo ragionamento vale anche per i cibi? Eeeeh già, tante informazioni lo so, ma anche quando assaggiamo un cibo, il motivo per cui ciò che assaggiamo può piacerci da impazzire o disgustarci, può dipendere dalla sua consistenza. Ti ho proposto questi esempi per farti riflettere su quanto il tatto sia fondamentale nella vita di ognuno di noi, ed oltre al tatto lo sono tutti i sensi che contribuiscono al nostro apprendimento, ci portano a relazionarci con ambienti, persone ed oggetti. Il primissimo stimolo che iniziamo a percepire è quello con il liquido amniotico, grazie al movimento di nostra madre quando ci iniziamo a sviluppare nel suo grembo, successivamente è proprio grazie al contatto con lei, con il suo corpo che iniziamo a conoscere noi stessi. Quando iniziamo ad esplorare ciò che ci circonda, scegliamo di toccare tutto ciò che vogliamo conoscere e scoprire; infatti, una frase che non andrebbe mai detta ad un bambino è “NON TOCCARE”. Oltre al fatto che se dici ad un bambino di non toccare, non farai altro che fargli visualizzare l’azione di toccare qualcosa, accentuando la sua curiosità, il secondo aspetto riguarda proprio l’importanza di poter fare liberamente tante esperienze diversificate, sperimentando ambiente e tutto ciò che vi è all’interno. Tra gli strumenti maggiormente usati nel mio lavoro e che invito a proporre, vi sono i libri, i pannelli e i tappeti sensoriali. Ne troviamo tanti e di tantissimi tipi, alcuni possiamo realizzarli noi stessi, ma ci sono diversi aspetti da conoscere prima di proporre uno di tali strumenti ai bambini. Ho voluto approfondire la teoria che si nasconde dietro questi materiali sensoriali, per poterne creare di ogni tipo e adattarli alle esigenze di ogni persona per cui possono essere pensati. Per questo motivo oggi voglio farti un regalo. Ho reso il “webinar sull’apprendimento tattile”, gratuito per te sul canale YouTube, per far si che a casa, a scuola ed in ogni ambiente di vita di bambini e ragazzi, possano fare esperienze arricchenti e pensate da te, con una solida base che precede la loro creazione. Qui trovi la prima parte: https://youtube.com/watch?v=I7WLUSjioQo&feature=shares E qui la seconda: https://youtube.com/watch?v=mO_7O57llpM&feature=shares Immaginavi che fosse così importante entrare in relazione con l’ambiente attraverso il tatto? Lasciami il tuo feedback e aspetto di vedere le tue creazioni 💖 [...] Leggi di più...
02/02/2023La fine dell’anno appena trascorso e l’inizio del nuovo anno, ti portano a soffermarti su desideri ed obiettivi futuri. Che coincida con Gennaio o con Settembre, di solito quando si avvicina un nuovo inizio, ti senti carica o carico di entusiasmo, ti sembra di esser super motivato e nella tua mente è tutto chiaro…ecco appunto, le idee sembrano chiare nella tua mente. Ma di cosa son fatti gli obiettivi? Son fatti da piccoli passi, che uno dopo l’altro compongono un progetto. Fino a qualche mese fa, non avrei mai immaginato di scrivere un articolo su organizzazione e pianificazione, perché ho sempre adorato definirmi “multitasking” e lavorare basandomi sull’ispirazione, ma ci ho dovuto lavorare ed ho constatato che nella vita professionale e personale, si riesce ad essere in equilibrio se vi è un buon livello di organizzazione. Ma torniamo a parlare dei buoni propositi… Nel momento in cui inizi a definire un desiderio e lo scrivi su carta, ti sembra più complicato di quanto pensavi. Nella tua mente le idee sono astratte, puoi modificarle con facilità, eppure nel momento in cui inizi a scriverle, anche solo per te stessa o te stesso, la faccenda si complica. Inizi a porti delle domande, inizi ad avere dubbi ed evitare di darti delle scadenze, così facendo scopri se realmente sei sincera o sincero con te stesso. Un ascolto profondo, ti porta a sentire le emozioni che il tuo corpo avverte, ed in base a ciò che percepisci ti rendi conto che sai ciò che desideri, lo SENTI ed è qualcosa che VA ben oltre la razionalità, non ha spiegazioni logiche. Quando dai forma ad un progetto, devi prendere per mano anche la paura come compagna di viaggio, chiederle di accompagnarti senza concederle il potere di fermarti, perché inevitabilmente anche lei verrà con te. L’unico modo per esser preparato ad affrontare un’importante scalata, è quello di prevedere gli ostacoli, osservarli in modo da decidere anche come poterli affrontare. Armati di costanza, pazienza e coerenza. L’unica certezza che hai è che qualunque sia il tuo desiderio, dovrai lavorarci ogni giorno a qualunque condizione e perseverare. Puoi scalare una montagna se hai l’attrezzatura giusta e se compi il primo passo. So bene che tutto ciò non è semplice ma dipende da te. Organizzarti significa scomporre ogni obiettivo in piccoli passaggi, stabilire le priorità e pianificare tutto ciò che c’è da fare. Puoi pianificare il tuo anno suddividendolo in mesi, appuntando i macro obiettivi ed i micro, organizzare in ogni settimana tutto quello che devi fare per la tua vita personale e professionale: i momenti per te, gli impegni lavorativi e formativi, le commissioni, i momenti di svago, devi pensare proprio a tutto. Educati al punto da avere quante più cose possibili sotto controllo e pensare a ciò di cui hai bisogno: devi scegliere alcuni strumenti pratici che possono semplificarti il lavoro in base alle tue esigenze. Non preoccuparti, anche se ti sembra impossibile e se tenderai a stravolgere ogni programma che tu stessa o stesso hai creato, troverai il modo più adatto a te per monitorare l’andamento dei tuoi sogni. In questo video ti consiglio alcuni strumenti che aiutano me nella pianificazione, provali e fammi sapere quali preferisci. Ti auguro un nuovo anno ricco di emozioni e traguardi raggiunti 💖 Per prima cosa, ciò che non va dimenticato tutti i giorni è di sorridere 🥰 [...] Leggi di più...
06/09/2022Ho intrapreso la libera professione da soli 2 mesi e questa è la domanda che mi viene posta più¹ spesso, sopratutto dalle persone vicine. alla risposta segue una espressione perplessa e si percepisce la confusione che prova la persona che ho davanti, perciò metto qui per iscritto in cosa consiste la mia professione, i servizi che propongo, gli obiettivi ed i progetti futuri così da fare chiarezza, perché ci tengo a rispondervi ma capirete che rendere la risposta breve, chiara e coincisa è complesso. Dunque, partiamo dal luogo di lavoro. Svolgo i miei servizi perlopiù online, a domicilio, in studi di altri professionisti, in scuole e servizi educativi, vi dico subito che non ho una città fissa e uno studio mio, perchè vivo a Taranto, ma il mio obiettivo è essere ovunque il lavoro mi porterà , senza limiti di distanza.  Le consulenze online mi permettono di raggiungere genitori e professionisti di ogni città e di soddisfare le esigenze di chiunque scelga di affidarsi a me e questo è un aspetto straordinario. Servizio numero 1: le consulenze pedagogiche. La consulenza pedagogica è uno degli strumenti principali del pedagogista e che io stessa amo di più, mi rivolgo a genitori, per supportarli nel loro difficile compito genitoriale (genitori di bambini autistici e neurotipici, con o senza disabilità cognitiva). In base al bisogno svolgo consulenze singole o percorsi o prendo letteralmente in carico le famiglie coordinando la rete di professionisti che si occupano del bambino. Ma la consulenza è anche tanto altro, in quanto si rivolge anche ad educatori e pedagogisti, per programmare la loro carriera professionale, supportarli nei loro progetti e nella formazione e può essere anche di stampo formativo e rivolgersi ad insegnanti, per supportarli nel loro lavoro e trovare insieme strategie pratiche per soddisfare le esigenze di tutti i bambini. Servizio numero 2: Svolgo corsi formativi online ed in presenza Sul sito li trovate più nel dettaglio ed aggiornati. Servizio numero 3: Laboratori – workshop Tutto è partito da un approfondimento rispetto alla creazione dei libri sensoriali, dal desiderio di approfondirne la teoria per poter creare dei materiali inclusivi e ben pensati per la persona per cui sono rivolti (piccola o grande che sia) adattandoli alle sue competenze. Durante il lockdown ho sperimentato l’ efficacia dei corsi pratici online, Perciò² li ripropongo periodicamente in gruppo e su richiesta anche individuali. Sono rivolti a genitori, zii, nonni, educatori, psicologi, insegnanti a chiunque abbia il desiderio di creare uno strumento di valore con materiale di recupero. La mia creatività mi porta a creare e sperimentare spesso materiali nuovi, semplici da realizzare e che mi piace condividere, finalizzati al raggiungimento di obiettivi pratici; anche in questo caso in quanto professionista trovo fondamentale valutarne l’efficacia da un punto di vista teorico.  numero 4: Video corsi e tutorial Per potersi formare anche in differita ho realizzato: – un video corso sulla consulenza pedagogica in collaborazione con EduDigitali, a supporto dei colleghi che vogliono utilizzare la consulenza pedagogica nel loro lavoro; – un video corso sui materiali sensoriali con la pedagogista Maddalena Tinazzi; – tutorial per poter creare materiali inclusivi con oggetti di recupero, sempre in collaborazione con EduDigitali. Servizio numero 5: Creo contenuti online Da 4 anni a questa parte la divulgazione è diventata parte di me. Da semplice passatempo arricchente e stimolante è diventata la mia principale vetrina luogo di crescita e scambio: adatto contenuti pedagogici riguardo l’infanzia, l’autismo, la professione educativa, idee creative, recensioni di libri. Instagram è letteralmente il diario giornaliero di ogni mio spostamento e di ogni mia esperienza professionale. L’ obiettivo è di ampliare sempre più la mia formazione, dare valore alla mia professione, arricchire ed essere un riferimento per chi si rivolge a me, Nonché supportare i genitori rendendoli sempre più consapevoli nella crescita dei loro bambini. Per concludere, le varie esperienze lavorative svolte in questi 10 anni mi hanno portata fin qui a voler provare a credere in me stessa, nel valore che posso dare attraverso il mio lavoro. Non sarà semplice la libera professione, ci saranno sempre tanti pro e contro, ma era ed è un’esperienza di vita che ho scelto e di cui sono fiera. La strada è ancora tanto lunga ed in salita ma per arrivare in cima si parte sempre da piccoli passi. Ciao, io sono Angela, una pedagogista che lavora come libera professionista attraverso consulenze, formazione, laboratori, divulgando contenuti di stampo pedagogico. Se desideri sapere qualsiasi altro aspetto del mio lavoro, scrivimi qui sotto, sarò felicissima di risponderti.  [...] Leggi di più...
22/08/2022Si potrebbe argomentare e polemizzare tantissimo circa il riconoscimento professionale di educatori e pedagogisti, proprio in merito alla “vocazione” per una professione che prevede un certo tipo di coinvolgimento ed impegno nel sociale. Ma io ci tengo a raccontarvi perché amo associare il termine PASSIONE al mio lavoro.  Formazione e professionalità non le conquisti con il cuore e la bontà d’animo, la passione deriva dalla forte motivazione che ti spinge ad approfondire per trovare risposte e capire meglio le domande. L’ambito che mi coinvolge maggiormente è l’ambito dell’autismo; sarebbe stato uno dei possibili sbocchi lavorativi come educatrice finita l’università , ma io non lo avevo preventivato. Il mio obiettivo sarebbe stato quello di lavorare in asili nido, perché una delle cose che più in assoluto amo fare è OSSERVARE i bambini, restare affascinata da ogni loro scoperta, dalla loro spontaneità , dalla semplicità dei loro gesti e dalla felicità contagiosa che trasmettono. Poter OSSERVARE con consapevolezza e con le competenze di professionista dell’educazione, è un valore aggiunto non indifferente. La realtà dei fatti è stata diversa, il giorno della mia laurea triennale in scienze dell’educazione, ho ricevuto il mio più bel regalo “un contratto a tempo indeterminato” presso una cooperativa per lavorare in un centro diurno per disabili adulti e svolgere domiciliari a minori disabili. La gioia infinita è stata accompagnata dalla paura della novità , di non saper affrontare quell’avventura cosi delicata. Ho subito avuto il timore di non possedere gli strumenti per svolgere il mio lavoro in modo adeguato e mi son subito attivata iscrivendomi ad un corso di perfezionamento sull’autismo perché tra le persone disabili presenti nel centro diurno, vi erano anche adulti autistici con disabilità cognitiva. Posso dire che mi si è aperto un mondo!  Posso dirlo perché in seguito ho continuato a formarmi nell’ambito dei DSA, eppure non ho sentito quella stessa spinta, quella voglia di approfondire. Andando avanti negli anni, ho deciso di continuare ad ampliare la mia formazione, perché l’esperienza ti porta a capire che non ne sai mai abbastanza e che le sfide quotidiane che vivi a casa, a scuola e nei vari contesti sono tante, che i genitori molto spesso sono stanchi ed hanno bisogno di un supporto valido e sopratutto che li comprenda, così come ne hanno necessità educatori ed insegnanti. Le difficoltà spesso non sono solo legate alle strategie da adeguare ad ogni bambino, ma la sfida maggiore è divulgare informazioni aggiornate. Siamo ancora molto lontani dall’avere una visione limpida dello spettro autistico, chi non lo vive, ne sa solo qualche stereotipo e ciò non fa che incrementare una società disinformata che infonde un occhio giudicante. Dopo aver lavorato in vari contesti, dopo aver approfondito attraverso i libri, aver svolto corsi e l’esperienza data dal confronto con l’unicità di ogni persona che ho incontrato ed affiancato, posso dire che serve tanta formazione quanta apertura mentale, occhi attenti ad intercettare i dettagli dei bisogni, del contesto circostante e delle esigenze della rete.  IO SO DI POTERLO FARE, perché di poche cose son certa quanto della capacità di vedere oltre il visibile, di annientare ogni filtro per indagare e sentire quello che va al di là delle apparenze e delle aspettative, il diritto di ogni persona di essere umana, con pregi e difetti e voglia di scegliere ed esser artefice della propria vita.  Se sono qui a dire questo è perché vorrei solo riuscire a far vedere ad ogni genitore quello che c’è al di là delle difficoltà , delle incomprensioni, perché so di poter dare una chiave di lettura differente in diversi contesti. [...] Leggi di più...
05/08/2022Ognuno di noi viene al mondo come un piccolo organo di senso. Una piccola creatura che nasce con il bagaglio di ciò che ha assorbito durante la gravidanza, perché nel grembo materno si nasce davvero e si iniziano ad assorbire emozioni, suoni, nutrimento sotto forma di cibo e di amore. Pian piano i nostri sensi si affinano e percepiscono il clima in cui siamo immersi, dalle persone che si prendono cura di noi, grazie a ciò che viviamo con loro.  Fin da piccolissimi abbiamo le nostre caratteristiche ed il nostro potenziale, siamo unici. L’educazione con cui cresciamo ci disegna come il pittore dipinge le sue tele. Le tele sono bianche e libere, le pennellate possono essere leggere e delicate, o spesse e dure… la quantità di colore ha sempre diverse possibilità per lasciare le proprie tracce. Ogni bambino, neurotipico, autistico o con disabilità , ha le proprie passioni. Quando siamo piccoli siamo molto connessi al nostro corpo, reagiamo impulsivamente a quello che viviamo ed abbiamo le idee chiare. Con il tempo invece potremmo dimenticarci cosa ci piace tanto, quello che ci fa sentire vivi e felici. Ma ogni adulto non è stato prima un bambino? E il proprio bambino dov’è finito? Il nostro bambino è sempre dentro di noi, anche se in alcuni casi lo rendiamo più silenzioso. La verità è che lui ci conosce alla perfezione e può essere la guida migliore che possiamo desiderare. Come possiamo recuperarlo? Amandoci incondizionatamente, senza giudizi, riscoprendoci attraverso piccoli gesti e momenti. Se sappiamo amarci e prenderci cura di noi stessi, potremmo essere le migliori guide per i nostri bambini e per valorizzarli come ognuno merita di essere valorizzato. Cosa ti piaceva da impazzire quando eri bambinƏ? Te lo ricordi? [...] Leggi di più...
06/01/2021Chi sceglie di lavorare nell’ambito del sociale è, spesso, fortemente motivato a conoscere, spinto da un richiamo che sente dentro di se. Vive il lavoro come una passione e questo aiuta a migliorarsi e ad approfondire.  Tutto ciò che si apprende, spesso non basta, rispetto a tutto quello che si vorrebbe sapere per svolgere la propria professione al meglio. Chi lavora con i bambini, ha una dote, li ama profondamente, coltiva il bambino che custodisce dentro di se, gioendo di piccole meraviglie, guardando la vita con stupore.. Ad un certo punto accade qualcosa di misterioso, al contempo magico e speciale. Oltre ad essere un bravo professionista ci si ritrova genitore… ma accade qualcosa di strano: tutte le certezze sullo sviluppo dei bambini, su cosa sia giusto o sbagliato, su come fare le semplici cose, su cosa preferire, dai materiali alla struttura della stanza, il modo in cui rapportarsi al proprio bambino e mostrarsi ai suoi occhi, cambia. D’un tratto sorgono i dubbi più disparati, non ci si sente all’altezza, se ciò che si fa è troppo o troppo poco, si rischia di non essere oggettivi in ciò che si vede, per le paure che offuscano la mente.  E’ importantissimo mettersi in discussione e voler dare il massimo. Sappiamo che dobbiamo seguire il nostro istinto e non dar troppo peso ai numerosi consigli che provengono dall’esterno. Ciò di cui hanno più bisogno i bambini sono i loro genitori, la loro serenità .  Il mio invito a tutti i genitori e colleghi, è quello di godervi i momenti con i vostri bambini perché saranno piccoli una volta sola, non è importante quanto tempo ne quanti giocattoli regalate loro, purché il tempo tra di voi sia di qualità , fate scivolar via ogni paura, ridete e giocate con loro. Divertitevi, inventate favole, raccontategli di voi e delle vostre passioni, fate in modo di farvi conoscere, sarà il ricordo più bello che porteranno con se. Uno dei timori può esser quello di essere bravi nel proprio lavoro ma non nel compito genitoriale, ma la verità è che si nasce genitori nel momento in cui nascono i figli e tutto ciò che si è vissuto prima fa parte di un ricordo di quando non si era del tutto completi.  Un genitore trasforma ogni cosa di se e del suo modo di pensare ed agire, nessuno è perfetto,  basta essere genuini! ( Questo primo articolo lo dedico ad una mamma, professionista, conosciuta oggi durante una consulenza online, che avrei tanto voluto abbracciare ). [...] Leggi di più...