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Gli occhi con cui guardo il mio bambino

Guardare, osservare, vedere… un’azione che pensiamo possa esser fatta con gli occhi… ma non solo…

Come dovrebbero essere gli occhi di un genitore?

Occhi disponibili ed accoglienti, che si lasciano stupire…

Quando si decide di diventare genitori, ci sono pochi aspetti che possono davvero essere controllati… puoi pensare di ritenerti pronto o pronta a diventare mamma o papà, mettendo al mondo un figlio, che arriverà quando sarà il momento giusto, dopo un mese o sei di tentativi, dopo 2-3 anni, dopo essere ricorso a vari tentativi per diventarlo. Potrebbe essere maschio o femmina, potrebbero essere 2 o 3, puoi decidere di adottare e non sai quando questo avverrà davvero, non sai quale sarà l’etnia né l’età di tuo o dei tuoi figli, non puoi scegliere quale sarà il suo funzionamento e quali competenze gli apparterranno, insomma, in un modo o nell’altro se ci pensi bene, puoi scegliere pochi aspetti di questa avventura e farti travolgere da essa.

Si è portati ad immaginare, sognare ad occhi aperti che carattere avrà, cosa farete insieme, ma sarà un individuo a sé, con le sue caratteristiche, la sua personalità ed i suoi interessi.

Ti chiederai dove voglio condurti con questo discorso…

Voglio farti riflettere su quanto l’aspettativa che possiamo avere sulle situazioni o sulle persone può condizionarci.

Il compito di un genitore consiste nel guidare il suo o i suoi bambini nella loro crescita, esserci, credere in lui o lei, senza sostituirsi.

L’educazione e le esperienze vissute sono un contorno che fa da modello, ma non definiscono chi si è davvero.

Non servono genitori perfetti, impeccabili, ma esseri umani, fallibili ed amorevoli che crescono insieme ai loro bambini.

Proprio perché non si possono conoscere prima i bambini, gli occhi dei loro genitori dovranno saper rilevare la loro unicità ad accettarla in ogni sfaccettatura.

Nell’augurarti ogni bene per lui o lei, dovrai far attenzione a non proiettare i tuoi desideri e le tue ambizioni, in quanto ciò che è giusto o bello per te, può non esserlo per lui o lei.

Lasciati guidare dagli avvenimenti, sentiti libero o libera di sbagliare, alzare la voce e poi chiedere scusa, di piangere se ne senti il bisogno e di spiegare perché provi quell’emozione, dì lui o lei quel “NO” se non ti va di fare quel gioco, lascia stare i piatti sporchi se sei stanca o stanco, ciò che non sai della genitorialità lo imparerai strada facendo…

Si tratta di un viaggio faticoso e sorprendente, che ti cambierà in tutto e per tutto.

Proverai tante emozioni differenti nella stessa giornat, ricordati di non essere solo o sola.

Piccola Pedagogista Petulante

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